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Cambiamento strutturale verso i servizi pubblici per un’economia della cura sostenibile
Ravaioli, Giacomo (1); d'Alessandro, Simone (2); Domingos, Tiago (1)
Organization(s): 1: MARETEC, LARSyS, Instituto Superior Técnico, Universidade de Lisboa, Portugal; 2: Department of Economics and Management, University of Pisa, Italy
Un sistema di cura ben funzionante è essenziale per il benessere umano entro i limiti del pianeta. La macroeconomia femminista ha evidenziato come investire in istruzione, servizi di cura e sanità non solo migliori il benessere, ma contribuisca anche a ridurre le disuguaglianze di genere ed economiche. Questa letteratura ha spesso giustificato tali investimenti in infrastrutture sociali sottolineandone il potenziale nel favorire l’occupazione, i consumi e la crescita economica. Tuttavia, le conseguenze ambientali di questi investimenti non sono state quantificate e non è ancora chiaro come renderli compatibili con gli obiettivi climatici. Nel frattempo, alcuni studi hanno sostenuto che una transizione verso servizi a bassa intensità energetica e ad alta intensità di lavoro, come quelli che compongono l’economia della cura, potrebbe ridurre il consumo energetico e sostenere l’occupazione in scenari post-crescita. Tuttavia, mancano valutazioni quantitative basate su simulazioni macroeconomiche dinamiche, e non è ancora chiaro quale cambiamento strutturale sia necessario per un’economia più sostenibile e giusta, né come realizzarlo.
In questo studio utilizziamo il modello macroeconomico ecologico EUROGREEN per esplorare possibili percorsi di transizione strutturale verso l’economia della cura e per comprenderne le implicazioni sull’evoluzione congiunta delle emissioni e delle disuguaglianze socio-economiche. Il nostro modello incorpora i principali fattori del cambiamento strutturale, grazie alla sua struttura input/output con innovazione endogena per settore, un mercato del lavoro segmentato per livello di competenza e genere, e una modellizzazione dettagliata dei modelli di consumo delle famiglie a seconda del reddito.
Abbiamo calibrato il modello sull’Italia, ottenendo uno scenario di riferimento caratterizzato da stagnazione di produttività e salari e da persistenti disuguaglianze di genere e di reddito. Successivamente, utilizziamo il modello per valutare diversi pacchetti di politiche fiscali. Un aumento della spesa pubblica per sanità e istruzione stimola la crescita e l’occupazione, in particolare per le donne, riducendo i divari di genere. Le disuguaglianze nei redditi disponibili diminuiscono, nonostante un aumento della polarizzazione occupazionale che può essere attenuato attraverso un incremento dei salari per le lavoratrici e i lavoratori meno qualificati nel settore della cura. Sebbene l’intensità energetica della produzione diminuisca, l’aumento dei consumi e dell’attività economica porta a un incremento delle emissioni. Anche il debito pubblico cresce, sebbene oltre un terzo della spesa venga autofinanziato attraverso entrate aggiuntive da imposte sul reddito e sulle imprese. Finanziando la spesa pubblica con un aumento delle tasse sui consumi vistosi di beni ad alta intensità di carbonio, si ottiene un’ulteriore crescita dell’occupazione nei settori della cura, una riduzione più marcata delle disuguaglianze e una diminuzione delle emissioni rispetto allo scenario di riferimento.
Nel complesso, confermiamo l’importanza di considerare le dinamiche del cambiamento strutturale per ridurre contemporaneamente le emissioni e le disuguaglianze socio-economiche. I nostri risultati rappresentano un ulteriore contributo alla definizione di pacchetti di politiche che mirano a espandere l’economia della cura nel rispetto dei limiti planetari.